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SICILIANO

ETIMOLOGICO,

ITALIANO, E LATINO,

DELL ABBATE

MICHELE PASQUALINO

DA PALERMO

NOBILE BARESE
ACCADEMICO DELLA CRUSCA.
TOMO TERZO.

Verborum vetus interit ætas

Et juvenum ritu florent modo nata, vigentque.
Horat. ad Pison. de Arte Poet.

05196-B.

PALERMO

DALLA REALE STAMPERIA.
MDCCLXXXIX.

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? Accettazione, colla quale è ftato accolto il prefente Vocaboly rio Etimologico, Siciliano, Italiano, e Latino del Sig. Abbate Pasqualino fuori della Sicilia, fi può agevolmente conofcere dall' plaufo, ch' egli ne ha riportato da' buoni conofcitori delle Lettere in Italia, e in Firenze: imperciocchè l' eruditiffimo Sig. Abbate Giovanni Cristofano Amaduzzi, ove potè applicarfi alla Lettura de' primi due Tomi di queft' Opera, non lasciò di manifeftare al Sig. D.D. Francesco Pasqualino, nipote del noftro Autore i fegni non equivoci del fuo compiacimento colla feguente Lettera.

Ill. Sig. Sig. Padrone Collio

Appunto fino da Domenica mi giunfe da Napoli per cura del noftro Signor Abbate Zerillo l'involto da V. S. Illma già più volte annunciatomi, in cui contenevanfi i due Tomi del Vocabolario Sicilano Etimologico &c. e quefti mi giunfero in vero opportuni, perchè in quell' ore di folitudine, che mi procura un incomodo di raffreddore, baftevole a condannarmi al letto, e a pormi nella necessità d'una fanguigna, ho potuto guftarne la maggior parte con molto mio piacere, e profitto. Ho letta interamente la prefazione del Sig. Giuseppe Antonio de Espinofa Alarcon idalgo, la quale è erudita ugualmente, che filofofica, come la materia appunto efigeva. Così ho letto pure interamente il difcor fo del Sig. D. D. Francefco Pafqualino_di lei avo full' origine della lingua Siciliana; e quefto è fcritto con un' eleganza di lingua latina molto fiimabile, ficcome è ragionato colla più fquifita critica, e colla più fcel ta erudizione. E' un vero difpiacere il trovarlo mancante del refto, che l'Autore fiera prefiffo di foggiungere. Perfine ho letti varj articoli de' più ftudiati, e ne fono rimafto ugualmente contento, ugualmente contento, che iftruito. lo farò certamente ufo di molte cofe di quefto vocabolario, quando mi rifolverò di por mano al mio lavoro de graecitate extra graeciam &c. Onde veda ella, quanto io mi debba chiamare obbligato alla fua libe• ralità, che mi ha fornito così gentilmente di Prefidj così opportuni, e. convenienti ai miei ftudj, e ai miei bifogni letterarj. La ringrazio per tanto con quel maggior fentimento di gratitudine, di cui è capace l' animo mio, di cui nuno è più fenfibile alla riconoscenza. Così poteffi efferle grato coll' opere, per mezzo delle quali vorrei pure meglio teftifi carle quanto ora le esprimo con nude, ma veraci, e fincere parole. Si no dai 6.del corrente parti da quefto porto di Ripa grande una nave Pa, lermitana, e per tale occafione inviai alcune cofe, a codefto egregio Sig.

Prin

Principe di Torremuzza, e fra queste anche l'efemplare annunciatole d'un mio ultimo efiliffimo lavoro. Debbo ricevere tra giorni un invol to proveniente da Padova, ove fono avvisato effervi una copia del Museo Cufico di cafa Nani, illuftrato dal Sig. Abate Simone Affemani, che l'Autore deftina in dono a lei, e che io le invierò per qualch' altra opportuna occafione. Questa è una dofe fufficiente di lettera per chi guar da il letto; onde mi arrefterò dallo fcrivere, ma non prima d'effermi confermato, qual fono, e farò fempre pieno di ftima, e di attaccamento invariabile

Suo Div. ed Obb. Jerv. ed amico
Giovanni Criftofano Amaduzzi •

Lungo farebbe il riferire, e trafcrivere altre attestazioni di approvazione, e di affrettamento date al Sig. Pafqualino, perchè profeguiffe l' intrapreso lavoro di quefto Vocabolario, come cofa, che récando a lui fommo onore, è fenza meno ad ogni altre di molto utile, e di molto pregio infieme alla Repubblica delle Lettere. Bafti però a vincere ogni altra teftimonianza l' onore, che gli ha gentilmen. te renduto la Reale Accademia Fiorentina, la quale, ove offervo quefta erudita fatica, volle noverarlo fra' fuoi dottiffimi Accademi. ci, ficcome nello avergli fpedito la Patente ne lo avvisò, quel consfciuto letterato P. Gabriello Grimaldi.

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Stimatiffimo Signore

Devo al Padre Sommariva la forte di avere nell' Opera di V.S. trovato motivo di apprendere, e di erudirmi con ficurezza. Ella non é un facitore di fcarni, e fervili Gloffarj, ma un dotto maeftro nelle lingue. Con vera ftima le avanzo le mie congratulazioni, e con quefte gli applaufi della Reale Accademia Fiorentina, che fi è degnata noverarla nel Catalogo de fuoi focj. Gliene rimetto la Patente, e fperando di rifeueterne il di lei gradimento, con la più ficara ftima mi protesto .

Di V. S.

Mon. Uliv. Firenze 23. Luglio 1787.
Am. Obbl. Div. fervidore
P. Gabbriello Grimaldi.

Per la qual cofa giufta cagione avuto abbiamo d' avvisarne il Pubblico de' Letterati Siciliani, affinchè fi rallegrino nel vedere, che le letterarie fatiche de' noftri non fono così fpregevoli, che non fappiano meritarfi le approvazioni de' sennati Letterati, che nutre Roma, e Firenze, e ogni altro luogo d' Italia, dov' è pervenuto il prefente Vocabolario, di cui si dà quefto terzo Tomo, e di cui va fotto il torchio il quarto....

K Halfa. v. Haufa.

LA

A, articolo femminile, regge il primo, e il quarto cafo, la. illa. v. Lu etimol. Labbiali, labbiale. V. I. littera, quæ labiis effertur. P. B.

Labbili, P. B. cadevole, labile. lu.

bricus. A labendo .

Labbrazzu, peggior. di labbrn, labbro grande, e mal fatto. ingens labium.

Labbriceddu, dim. v. Labbruzzu. Labbrinu, P. B. v. Libbrinu. Labbru, eftremità della bocca, colla quale fi cuoprono i denti, e nel numero di più labbra, labbro, plur. labbra, e labbia. labium, labrum, Dal lat. labrum, derivato (come vuole S. Ifidoro)

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labendo *Labbru per fimilit. orlo di vafo, o di altro, labbro. labrum, ora vafis. *Aviri li labbra caduti, fi dice quando fi vuol dinotare vecchiaja. *Fari lu labbru, P. B. v. Fari lu eucchiaru. Labbru di Veniri erba v. Cicirimigna.

Labbrutu, chi ha le labbra groffe, o grandi. labeo onis.

Labbruzzu, dim. di labbru, labbruc cio. labellum .

Labenufa, una delle tre Ifole Pelagie nel mare, che fi framette tra I'Africa, e la Sicilia, ed è dell' intutto difabitata, Labenufa. Lalenufa, Labenufa. Faz. v. Maffa. Laberintu, luogo pieno di vie tanto

clubbie, e tanto intrigate, che chi vi entra non trova modo a nfcire, laberinto, labirinto. labyrinthus. V. gr. λakúpidos labyrinthos, compofta da akev lavin, Júpas thyras, quod varia ab ingreffo aperiuntur, & quafi prehenduntur oftia. v. Fac.

Tom.III.

Laboratoriu, ftanza deftinata al lavoro, locus laboris. A laborando. Laboriufu, add. P. B. faticofo, dif

ficile a farfi, laboriofo. laboriofus. Labruca, v. Bruca Caftello. Lacca, color roffo, che adoperano i dipintori, e si fa colla cocciniglia, lacca. purpuriffum, findaraca, Tor. voce Araba lach P. MS.,, Scaliger ad Cardan. ex 172. Art. 1. afferit lacca effe vocem Arabicam lach, & quod etiam in ipfa India Orient. fic paffim appellatur, » Menagius,,.

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Lacca, è una fpezie di gomma in lagrime, e in laftrette, che ferve per far le vernici, e la ceralacca, lacca. lacca officinarum. L' albero che la produce chiamafi Ricinus arbor Indica aromatica fubhirfuta laccam in granis fundens. fructibus fubhirfutis minimis kæppathia dicta Hermanni Morif. hift. 3. f. 349. Croton Lacciferum Linn. Sp. Pl. f. 1426.

Laccara, o carni laccarufa, carne magra, fmunța. caro macra, arida. P. B. v. Lappara. Laccarufa carni, v. Laccara P. B. Lacchè, e comunemente fi dice og gi vulanti, fervidore giovane, che fiegue a piedi, o ferve correndo il padrone, lacchè. curfor a pedibus. Dal Germano lacayo P. MS.,, Sed libentius adhæreo Co» varruviæ, qui fuum Hifpanicum ,, lacayo dicit effe vocem invectam in Hyfpaniam a Germanicis la,, cayo, ec.,, Laccia, v. Alaccia.

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Lacciata, fiero lattiginofo, da cui s' è cavato il cacio, e dal quale per mezzo del fuoco fi eftrae la ricotta, fiero. Cruf. in Ricotta. Serum Colum. cap. 8. Dal lat. lac per effere un fiero, che ha del lat

te.

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