Ti fiabo e ti racconto. Strumenti per giocare con le storie

Copertina anteriore
la meridiana, 2003 - 160 pagine
Non raccontare storie vuol dire "non dire bugie", non perdere tempo a inventare chissà che. Racconti storie, ti inventi delle cose, non sei affidabile, ma come!, hai ancora voglia di scherzare? Quando ti deciderai a crescere? Già, crescere significa, nel senso comune, smettere di pensare, inventare, raccontare storie. E, invece, narrare storie significa "sfogliare destini", dischiudere scenari. Non viviamo, forse, per poter raccontare? Raccontiamo le nostre vicende a tavola la sera o quando incontriamo gli amici, il passato dei nostri familiari o la cronaca del mondo. Raccontiamo anche i nostri sogni, quando ce li ricordiamo. Eppure non si racconta mai nello stesso modo. Si racconta a chi si ha davanti e nel posto in cui si è. Raccontare storie è un'operazione talmente gratuita da far venire i brividi, per il tempo che passa, per il legame che nasce tra chi parla e chi ascolta, per il coraggio di mettersi a nudo. Il "c'era una volta " stabilisce che "si sta facendo finta sul serio" e, dunque, che inizia il gioco. Gli occhi che guardano i gesti, la voce che veicola emozioni, le pause per fantasticare, le esclamazioni per sobbalzare e sorridere, e, quando la storia ti ha catturato, il tempo si sospende e non te ne accorgi. Questo libro è un manuale per imparare a raccontare storie ai bambini. Contiene giochi e tecniche indispensabili perché, usando consapevolmente i testi e la voce, i gesti e i ritmi, le pause e gli strumenti, i luoghi e i simboli rituali, la storia narrata rigeneri il mistero dell'incanto e dello stupore. (Quarta di copertina).

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