Lettere per una Madonna Addolorata scolpita dai Duprè: Ristampa del carteggio pubblicato nell`Anno Santo 1900 da don Luigi Pannunzio.Fondazione Amalia Ciardi Duprè il Valico Edizioni, 23 feb 2017 - 176 pagine Presentazione di Amalia Ciardi Duprè Opera originale: Prof. Luigi Parroco Pannunzio In occasione del bicentenario della nascita dello scultore Giovanni Duprè (1817 - 2017), il Valico Edizioni ha fatto uscire il libro intitolato Lettere per una Madonna Addolorata scolpita dai Duprè. Il volume è curato dalla Fondazione Amalia Ciardi Duprè e contiene una presentazione firmata dalla stessa Amalia Ciardi Duprè, la scultrice oggi attiva a Firenze e pronipote di Giovanni Duprè. Contenuto dell'opera è la ripubblicazione di un carteggio scritto fra il 1877 e il 1882, raccolto in un libro uscito nell'Anno Santo 1900 a cura del parroco, professore ginnasiale e letterato don Luigi Pannunzio. Il libro prende le mosse appunto da una lettera (la prima delle 70 di cui si compone il volume) che lo stesso don Luigi Pannunzio spedisce, sebbene titubante, il 10 ottobre 1877 a Giovanni Duprè a Firenze chiedendogli, per la sua chiesa di Sant'Emidio ad Agnone in Molise, una Madonna Addolorata. Alla Madonna Addolorata la famiglia di don Luigi era particolarmente devota, perché trent'anni prima, un giorno di settembre, all'età di 16 anni, proprio Luigi, gravemente ammalato, nell'ora in cui riceveva dal sacerdote il sacramento dell'Unzione, era guarito proprio al passaggio sotto casa sua della Madonna Addolorata portata in processione. Giovanni Duprè, assolutamente ignaro di questa motivazione, rispose entusiasta al Parroco suggerendogli la creazione di una statua in terracotta policroma, capace, secondo lo scultore, di toccare "al vivo il cuore tanto dei semplici, quanto dei più liberi e mondani". Non solo don Luigi ottenne l'insperata risposta da Giovanni Duprè, ma venne anche rassicurato dal celebre artista che la Parrocchia avrebbe rimborsato solo le spese vive dell'opera, perché quella statua sarebbe stata creata per devozione da sua figlia Amalia Duprè, che all'epoca era già socia onoraria dell'Accademia delle Belle Arti di Firenze e alla quale Antonino Fioresi, anni dopo, avrebbe rivolto questi versi: "creatrice d'immagini leggiadre / niuna all'altre seconda in maestria / mi fai pensar: quanto somigli il padre!"
L'armoniosa e subitanea intesa fra lo studio Duprè e la Parrocchia di Sant'Emidio rientra in quella che don Luigi nel libro chiama "la bella armonia delle cose sante", un mosaico che si compone piano piano con le tante tessere che si materializzano nel corso del libro, collegate tutte, in un modo o nell'altro, alla Madonna Addolorata. Anche per questo la copertina della ristampa propone un particolare dell’Addolorata scolpita da Giovanni Duprè per la facciata della Basilica di Santa Croce a Firenze. |