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Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni - 9788806183547
di Jared Diamond edito da Einaudi, 2006
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni
- Autore: Jared Diamond
- Editore: Einaudi
- Collana: Super ET
- Data di Pubblicazione: 2006
- Genere: scienze sociali
- Argomenti : Storia universale Cultura-Storia
- Pagine: XII-400
- Traduttore: Civalleri L.
- Dimensioni mm: 205 x 135 x 22
- ISBN-10: 8806183540
- ISBN-13: 9788806183547
La teoria sviluppata da Jared Diamond è affascinante ed in modo deciso allontana le tesi di chi ritiene alcuni popoli inferiori ad altri, per giustificare in qualche modo l’appropriazione dei primi della gran parte delle risorse di questo pianeta. Nonostante la mia ignoranza in tema di evoluzione e condizioni ambientali, dopo la lettura mi sento di avere molti argomenti in più per sostenere quanto siano infondate le tesi razziste. Unico neo, a parte la lentezza dell’esposizione in alcuni punti, sta proprio nell’ultimo capitolo, inserito come postfazione nel 2003, dove l’autore prova a utilizzare lo stesso metodo di ricerca per individuare le cause di arretratezza o scarsa competitività di alcuni popoli o regioni. La sua analisi sulla produttività alimentare europea in confronto a quella statunitense definisce ottimizzata la produzione di un alimento da parte di un’unica azienda (USA) mentre risulterebbe inefficiente quella frammentata (EU) ma forse è proprio in queste differenze che risiede la ricchezza delle culture e che in qualche modo rende differenti gli esseri umani che non solo ricercano cibo, ma anche sensazioni. Sempre in quest’ultimo capitolo fornisce come spiegazione alla condizione di arretratezza di alcune nazioni al loro sistema di governo, senza però considerare che molte di queste nazioni hanno governi sostenuti da grandi potenze che, abbandonato il ruolo di colonialiste, ora sfruttano questi paesi depredandoli delle loro risorse a proprio vantaggio ed emarginando i nativi, che come Jared ben dice potrebbero, al pari dei colonizzatori, sfruttarle per la loro crescita. P.S.: E’ anche vero che queste cose possono non essere così facili da digerire per uno statunitense si trova dalla parte di chi sfrutta e non degli sfruttati.
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